Radici

Siamo anche ciò che gli altri sanno e intuiscono di noi, e la sintesi è con i riflessi che ci restituiscono e con l’imprevisto, che arriva per verificarci ed espanderci. All’inizio di questo percorso abbiamo quindi deciso di specchiarci nella visione di persone la cui autorevolezza, più che limitarsi a legittimare o biasimare noi e la nostra folle idea, ci aiutasse a guardare più lontano, ovunque rivolgessimo lo sguardo, e a nutrirci di quella tensione.

Philippe Daverio [RIP], storico dell’arte, divulgatore, docente e saggista
Senza la percezione del passato è difficile inventare il futuro. Non è vero che si possa partire da un punto zero, si parte sempre da una cosa che è venuta prima di noi. Il tempo reale non esiste, esiste il tempo rapportato al passato, esiste il tempo rapportato al futuro. L’istante sfugge, l’istante fugge.
Tomaso Montanari, storico dell’arte e docente universitario
Questo progetto, straordinario, titanico, fantasioso, coraggioso, un po’ folle, merita di essere sostenuto, merita di essere condiviso, finanziato, merita di trovare qualcuno che lo propaghi come una fiammella per il resto del Paese.
Luca Mercalli, meteorologo, divulgatore scientifico e climatologo
Buona parte del nostro territorio – inclusi molti beni artistici, naturali, culturali – è esposta al rischio idrogeologico. Per questo è importante monitorare quello che oggi è esposto a tale rischio in modo da non piangere sull’emergenza quando ormai i danni sono avvenuti.
Claudio Strinati, storico dell’arte, già soprintendente del MIC, divulgatore e saggista
Sapete che se in un piccolo paese scompare un’opera, viene rubata o anche si distrugge, spesso e volentieri non c’è la più minima documentazione fotografica e che non lo recupereremo mai più e non ne sapremo più niente?
Antonello Caporale, giornalista e saggista
Riconoscere il territorio e documentarlo è un’opera strepitosa di informazione, è un’opera necessaria di democrazia, è un’opera importantissima, rilevantissima, culturalmente decisiva.

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