Perché?

La necessità di conservare e monitorare al meglio l’immenso Patrimonio contenuto nei palinsesti delle grandi e medie città italiane, sottrae alla rete dei Comuni al di sotto dei 5000 abitantipari al 72,5% dell’intera superficie nazionale – la quasi totalità delle competenze e delle risorse dedicate. La mancanza di un’aggiornata e adeguata documentazione delle forme insediative, delle strutture e delle opere più rilevanti sul piano storico-artistico/architettonico – finalizzata a interventi di mappatura, rilievo, restauro e messa in sicurezza, oltre che di studio e promozione – espone ulteriormente questo fragile Patrimonio diffuso agli effetti disastrosi del rischio sismico, idrogeologico/climatico e ai processi di spopolamento, abbandono e saccheggio.

Chi siamo

Fondata nel 2017 da un gruppo di fotografi di Beni Culturali e storici dell’Arte, l’organizzazione di volontariato “PIC – Patrimonio in Comune” intende offrire il suo contributo al contenimento e alla prevenzione nei territori a rischio sismico, idrogeologico/climatico e spopolamento, realizzando campagne fotografiche (realtà virtuale, fotogrammetria 2D/3D terrestre/aerea, alta definizione, diagnostica multispettrale realizzate con kit low-cost da 11k)​ sui quadranti più esposti, prevalentemente lungo la dorsale appenninica. A esse l’associazione affianca una difficile opera di sensibilizzazione istituzionale sulla necessità, ora più che mai, di riattualizzare la cultura e la formazione documentaristica dei Beni Culturali (a partire dai Fratelli Alinari e dall’Archivio Scala), sollecitando l’urgenza di colmare questa lacuna e suggerendo l’introduzione o il ripristino di analoghe attività e competenze tra le buone pratiche della gestione territoriale.

Diamo un po’ di numeri

L’Appennino italiano – crocevia millenario di culture, sistema resistente di saperi e produzioni che sostanziano il millantato ma ben poco compreso e sostenuto “Made in Italy” – combina alta pericolosità naturale, vulnerabilità strutturale e patrimonio culturale esposto. L’80% dei comuni italiani è a rischio sismico o idrogeologico, fattore quest’ultimo reso ancora più estremo dagli effetti del cambiamento climantico. 708 comuni italiani sono in Zona sismica 1, molti dei quali nell’Appennino centro-meridionale. Molti comuni appenninici sono inoltre colpiti da un declino demografico, aggravato dalle conseguenze di un’ormai strutturale crisi socio-economica i cui effetti più macroscopici sono il calo demografico (circa 1.3 milioni in meno in 10 anni) e l’aumento esponenziale dell’emigrazione, prevalentemente giovanile (1.18 milioni espatri e 550mila spostamenti dal Sud al Centro/Nord in 10 anni), . 

L’Appennino sta svanendo sotto una triplice minaccia

  • Terremoti: 12.000 edifici storici esposti (dati INGV)
  • Frane e alluvioni: 1 abitato su 3 a rischio (ISPRA)
  • Spopolamento: 300 borghi con meno di 50 abitanti (ISTAT)

Fondi prevenzione VS costi delle ricostruzioni post-disastro

Dal Fondo PNRR per la sicurezza sismica sono stati spesi 12,6 milioni di euro spesi su 800 milioni stanziati (1,6% del totale) al dicembre 2024, nonostante l’urgenza di interventi antisismici su chiese e beni culturali. Il Fondo per la Cultura (2020) ha una dotazione di appena 50 milioni di €/anno, giudicata “esigua” dalla Corte dei Conti rispetto all’entità del patrimonio italiano.

Terremoto dell’Aquila (2009): Oltre 2 miliardi di € spesi per ricostruire il patrimonio culturale, con criticità legate alla mancanza di piani preventivi e basi documentarie e fotogrammetriche diffuse.

Alluvioni in Emilia-Romagna (2023-24)10 milioni di € stanziati solo per riparare strade e abitazioni, senza contare i danni a chiese e beni storici.

Perché la documentazione diagnostica preventiva conviene?

1. Caso Terremoto (Es. Centro Italia 2016-17)

ParametroRicostruzione Post-TerremotoPrevenzione PIC
Costo medio per edificio€420.000 (fonte: Protezione Civile)€3000 (scansione + archivio)
Tempo di intervento3-10 anni3 giorni (documentazione)
Dati persi100% (senza scansioni pre-evento)0% (backup digitale)

2. Caso Alluvione (Es. Emilia-Romagna 2023)

ParametroDanni AlluvionePrevenzione PIC
Edifici storici danneggiati1.200+ (fonte: MIBACT)0 (con scansioni pre-disastro)
Costo restauro affreschi€3.500/m² (fonte: ICR)€120/m² (scan diagnostico UV/IR)
Dati per ripristinoAssenti (degrado accelerato)Mesh 3D ±1mm per restauro
Valore AggiuntoN/ARestauro 30x più preciso

Unisciti a noi

Siamo aperti a chiunque – ricercatori e professionisti, organizzazioni, reti, istituzioni – sappia e voglia contribuire con le proprie competenze, reti, risorse, idee e passione, alla crescita e alla missione di questa iniziativa. Contattateci e saremo felici di confrontarci con voi.

Il Team

DAVIDE FRANCESCHINI – Laurea in Storia dell’Arte V.O., Master II Liv. in Fotografia d’Architettura e del Paesaggio [La Sapienza], Master Europeo II Liv. in Storia dell’Architettura [Roma Tre]. Fotografo di BBCC dal 2002. Già docente a contratto presso La Sapienza e formatore freelance. Pilota UAS certificato EASA STS 02. Volontario di Protezione Civile e del Rescue Drone Network.

STEFANO CIOCCHETTI – Informatico specializzato in Fotografia dei Beni Culturali. Si occupa in particolar modo di alta definizione (HD), fotogrammetria (3D), virtual tour e diagnostica. Pilota UAS certificato EASA A1-A3.

VANJA MACOVAZ – Storico dell’arte specializzato in Fotografia dei Beni Culturali presso l’ISIA di Urbino. Dottorato in Digital Humanities presso l’Università di Firenze. Titolare di uno studio di fotografia dei Beni Culturali a Trieste, collabora con istituzioni pubbliche e private ed è formatore da quattro anni presso la SISBA nei corsi di fotografia a dei reperti archeologici. Pilota UAS certificato EASA A1-A3.

MAURO PENNACCHIETTI – Documentarista video, predilige progetti a medio e lungo termine in cui costruire progressivamente un contatto profondo col luogo e le persone che lo abitano. Ha collaborato con ActionAid. Nel direttivo dell’associazione C.A.S.A. – Cosa Accade Se Abitiamo.

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